Il mantra idiota della Trasparenza e il ritornello ottuso della Legalità.

In risposta a Marcello De Vito, intervistato da Giacomo Russo Spena per Micromega. [qui il link all’intervista]

 

Siamo stanchi delle campagne elettorali costruite sul vuoto di una retorica astratta, povera, vecchia. Voi non siete il nuovo, voi siete il solito.  Il dibattito pubblico intorno a temi fondamentali quali la legalità, la trasparenza, il diritto, la cittadinanza è fermo, il livello è mediocre.

Dove sta il rinnovamento?
Di certo non passa per l’uso che fate delle parole.
Il rinnovamento piuttosto sta nel dibattito che si costruisce a partire dalle pratiche.

Una facciata di democrazia online non è sufficiente per riempire di senso le parole.

Legalità?

Legale sarebbe stato fare un casinò a San Lorenzo, legale è il gioco d’azzardo, legale è morire in carcere dopo una buona dose di tortura, legali in Italia sono tante cose.

Un dibattito vero, serio e ampio intorno a queste tematiche esiste oggi in Italia solo grazie a chi resiste in prima persona allo scippo perpetrato sulle nostre vite, a tutti i livelli.

Ci siamo ripresi il Cinema Palazzo, ci siamo ripresi il Teatro Valle.

Ora voi che volete distinguervi dai meccanismi di una politica distante dai cittadini, non ci sembrate affatto così diversi da quelli che criticate, mentre abbozzate ipotesi a caso (vecchie) sul futuro di spazi di cittadinanza riconquistati dove effettivamente si pratica democrazia.

Ci vorrebbe quantomeno un briciolo di umiltà, di curiosità, di rispetto, verso esperienze, pratiche e realtà sociali che stanno producendo un avanzamento reale sui temi che voi vi limitate a citare.

Legalità? Comunità? Cittadinanza? Bene Comune? Cosa significano queste parole?

Noi ce lo chiediamo davvero.

Perché il diritto vivente si genera dalla produzione di pratiche.

Andateci al Teatro Valle. Andateci oggi. Si parla di diritto, nella Prima Commissione Giuridica per il riconoscimento dei Beni Comuni, con STEFANO RODOTÀ, UGO MATTEI, LUCA NIVARRA, GIORGIO RESTA, ANTONIO GAMBARO, MARIA ROSARIA MARELLA, GAETANO AZZARITI, ALBERTO LUCARELLI, PAOLO MADDALENA, DANIELA DI SABATO, GREGORIO ARENA, EDOARDO REVIGLIO.

Oppure venite al Cinema Palazzo, siete ancora in tempo per i seminari sul diritto del ciclo Dalle Pratiche del Comune al Diritto alla Città

Potreste imparare qualcosa di nuovo.

Legalità?

Poi ne riparliamo.

E’ dunque diritto non soltanto il prodotto della macroentità statuale, ma di un fascio illimitato e illimitabile di strutture sociali entro cui possono trovar posto, a certe condizioni, così la comunità internazionale come una confessione religiosa, così la famiglia come la società cosiddetta criminosa, come le più varie coagulazioni cosiddette private. Secondo un esempio paradossale ma puntuale, le stesse fila di persone di fronte a un ufficio pubblico – comunità la più tenue e fragile che si possa immaginare – può porsi come ordinamento giuridico primario concorrente allo Stato nel momento in cui essa si organizzi in qualche modo e circoli in essa la consapevolezza che quell’organizzazione è un valore da salvaguardare e sa seguire.” Paolo Grossi, giudice costituzionale

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