APPELLO CONTRO LA MARCIA PER LA VITA

PER LA LIBERTA’ DI SCELTA

PER LA MEMORIA DI GIORGIANA MASI

Domenica 12 maggio varie associazioni e realtà cattoliche, antiabortiste, di estrema destra e integraliste si incontreranno a Roma per la Marcia per la Vita”.

Tra le adesioni spiccano quelle di organizzazioni non propriamente democratiche come  Forza Nuova, Opus Dei, Militia Christi, Movimento per la Vita, Centro Culturale Lepanto, Legionari di Cristo, Scienza e Vita, Unione Cattolica Farmacisti Italiani, Unitalsi.

La “Marcia per la vita” è la  dimostrazione che in questo Paese la retorica costruita intorno all’aborto è pericolosa, nonché lesiva dei diritti fondamentali delle donne.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Salute, nel mondo gli aborti clandestini sono la causa di morte di circa 68.000 donne l’anno. Le leggi proibitive in materia di I.V.G. non eliminano, in realtà, il fenomeno dell’interruzione volontaria di gravidanza, ma alimentano soltanto il mercato degli aborti clandestini, con tutti i rischi che questi comportano per la salute e la vita delle donne interessate.

Essere a favore di una salute riproduttiva laica e pubblica significa essere a favore della vita e della libertà di scelta delle donne. I movimenti pro-life sono l’avamposto di ideologie misogine e a dimostrarcelo è la totale assenza, nei loro discorsi e nei loro proclami, dell’educazione sessuale, dell’utilizzo della contraccezione responsabile e a prezzi accessibili. Tutto questo si aggiunge alla difficoltà delle donne di vedere tutelati i propri diritti grazie alla presenza di obiettori di coscienza.

La Legge 194/78 infatti tra i suoi pregi annovera anche alcuni difetti. Soprattutto il vizio si colloca in quell’articolo 9 che non mette limiti al numero complessivo di obiettori presenti nella sanità pubblica, con il risultato odierno che il 91,3% dei ginecologi e delle ginecologhe in Italia fa obiezione (dati rilevati da Laiga e riportati nel Comunicato stampa a seguito della Conferenza del 14 giugno 2012).

Ci si trova quindi in certi casi con una vera e propria obiezione di struttura, perché di fatto in Italia molti ospedali, specialmente al Sud, sono interamente obiettanti o comunque non garantiscono l’applicazione della legge, con una presenza di non obiettori risibile e al limite dell’implosione della legge stessa, quando non è già completamente scoppiata, oltre a provocare un danno alla salute delle donne, creando un problema di salute pubblica gravissimo, con pazienti destinate ad attendere lungamente un I.V.G.

Le campagne antiabortiste sono violenza sul corpo delle donne!

L’attacco che questi movimenti fanno alla nostra libertà di scelta passa attraverso la recrudescenza dei toni e delle argomentazioni.

Dare legittimità a questi movimenti significherebbe ribadire che l’Italia non è un Paese per donne.

Di fatto le parole chiave e i valori che vengono messi “in piazza” da questo tipo di manifestazione sono le stesse che uccidono le donne. L’esasperazione retorica con cui i pro-life inneggiano alla famiglia rischia di offuscare quello che i movimenti delle donne dicono da tempo. La famiglia può essere anche luogo di violenze fisiche e psicologiche, teatro di orribili scenari. Le notizie sui femminicidi di questi ultimi giorni spiegano da sole una triste realtà.

Per tutti questi motivi, che impediscono la libertà di scelta e autodeterminazione delle donne in materia di aborto, ci opponiamo fermamente alla “Marcia per la vita”.

Inoltre la data scelta appartiene alla Città di Roma e cara a molte generazioni: il 12 maggio 1977 venne uccisa Giorgiana Masi, 19 anni, durante un corteo che celebrava il terzo anno dalla vittoria nel referendum sul divorzio.

A maggior ragione rifiutiamo con forza che la memoria di Giorgiana venga infangata e calpestata con la presenza di un simile corteo.

Chiediamo che tutte le forze di sinistra, civili, laiche, democratiche di Roma e non solo aderiscano a questo appello, dando forza alla nostra opposizione e alla volontà di portare, domenica 12 maggio, un unico corteo per le strade di Roma: quello per Giorgiana Masi.

Invitiamo tutt* a partecipare e condividere.

 

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