Le Sommeil Du Monstre di Enki Bilal | BitQuartett

L’ospedale è stato distrutto il
ventisettesimo giorno e ci hanno separati.
Era l’Agosto del 1993.
Trentatrè anni, dodici giorni, ottore ore
e qualche minuto fa.

Come in altre occasioni, lo spazio del Nuovo Cinema Palazzo si aprirà alla realizzazione di lavori non ancora elaborati pienamente ed in fase di piena costruzione. Differentemente dalla messa in scena tradizionale, la compagnia BiTquartett proporrà una lettura scenica, una mise en éspace, quindi una formula che valorizza la parte testuale e che vuole appunto porre attenzione all’adattamento teatrale de “Le sommeil du monstre” di Enki Bilal.


Enki Bilal (nome d’arte di Enes Bilalovic) nasce a Belgrado il 7 ottobre 1951, ed i suoi primi anni di vita e le sue origini jugoslave avranno una notevole influenza sul suo futuro lavoro. A soli dieci anni si trasferisce con la sua famiglia a Parigi, dove scopre il fumetto. Dal tratto visionario, la produzione fumettistica di Enki Bilal ci riporta alla storia del suo passato mostrando la sua attenta e parziale osservazione delle tensioni globali, tanto che nei suoi coloratissimi graphic novel egli preconizzò la caduta dell’impero sovietico.
“Le sommeil du monstre” è innanzitutto un libro sulla memoria individuale, collettiva e prospettiva dove si mescolano delle immagini scritte che disegnano lo scoppio della Iugoslavia, luogo di nascita di Enki Bilal, e delle immagini dipinte da una strano coniugazione passare-presente-futuro.


IL SONNO DEL MOSTRO

All’ospedale Kosevo di Sarajevo, tre neonati vivono i primi giorni di vita su uno stesso letto. Nike è il più grande, ha un giorno in più di Amir e otto più di Leyla. Trentatré anni dopo, Nike, che ha sviluppato una memoria potentissima, ricorda il diciottesimo giorno della sua vita quando, sotto le bombe che avevano scoperchiato il tetto dell’ospedale, giurò di proteggere i suoi due compagni di letto. Ma dove saranno finiti ora Amir e Leyla? Nike decide di abbandonare il proprio lavoro e di mettersi alla loro ricerca. Il mondo è cambiato, un’organizzazione dall’inquietante nome di Obscurantis Order, per metà mafia per metà setta religiosa, si è messa in testa di azzerare il passato culturale dell’umanità. Nike rientra nei loro piani perché potrebbe essere facilmente strumentalizzato. Intanto anche ad Amir e Leyla accadono fatti poco spiegabili. Ci sono voluti anni di attesa per poter gustare una nuova opera di Bilal, ne valeva la pena perché ‘Il sonno del mostro’, inquietante affresco del nostro futuro e commovente ricordo di un vicino passato, dimostra una volta di più che il fumetto sa raccontare grandi storie, intense, drammatiche e visionarie come altri linguaggi sanno difficilmente produrre.

Primo studio in lettura scenica e primo mise en éspace da “Le sommeil du monstre” di Enki Bilal in un adattamento originale di Federico Guerri

con Marianna ArbiaSebastian Jan MarzakFlavio MurialdiBenedetta RusticiLuigi Testoni e Francesca Zerilli 

regia Gabriele Paupini
sound design Massimo Franceschina
concept video Virtual Blast
trucco Katia Simeoni
foto Valeria Luongo

1993
Nike, Amir e Leyla sono tre neonati sul letto di un orfanatrofio della Sarajevo assediata. Nike, che ha pochi giorni, promette dentro di sé che proteggerà i suoi “fratelli” per sempre.

2026
L’Obscurantis Order, una setta terrorista, ha come scopo cancellare la memoria e il pensiero umano.
Nike, ormai cresciuto, lavora per la Banca Mondiale della Memoria e viene coinvolto in un gioco di complotti la cui posta in palio è il mondo e la cui soluzione giace nelle mani di Amir e Leyla, con cui dovrà reincontrarsi.

Fantascienza, spionaggio, avventura, poesia, amicizia e amore profondo da New York a Sarajevo, dal Deserto del Nefud alla Stazione Spaziale Hubble 4.

Bitquartett prende il best-seller a fumetti del maestro francese Enki Bilal e lo mette in scena, grazie al sapiente adattamento di Federico Guerri, dimostrando che in teatro tutto è possibile.


sottoscrizione consigliata 5 euro
Al Nuovo Cinema Palazzo non si vendono biglietti e non esistono prevendite, quello che si propone è una sottoscrizione consigliata: una quota di complicità, solitamente di 5 euro, che in forma di autofinanziamento tiene in vita il laboratorio politico e culturale di questo spazio e contribuisce al lavoro degli artisti.

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