Chi assale chi? Una nota di risposta agli “assalti” mediatici del Messaggero

Questa mattina nelle pagine della Cronaca di Roma de Il Messaggero è uscito un articolo firmato da Valentina Errante e Massimo Martinelli dal titolo Occupazioni, giro di vite per gli assalti (se volete leggerne un estratto lo trovate qui).

Pubblichiamo la risposta de La Libera Repubblica di San Lorenzo, rivolta ai giornalisti e al Messaggero, proprio in merito all’articolo.

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A San Lorenzo di assalti abbiamo una certa esperienza. Da quelli che i nostri padri hanno saputo respingere quando i fascisti osarono avventurarsi sulla Tiburtina, a quelli venuti giù dal cielo quel maledetto luglio di 70 anni fa da cui il quartiere seppe maturare l’odio per sempre per tutte le guerre, a quelli degli Assalti Frontali, il gruppo musicale che spesso chiamiamo per raccontare e raccontarci le nostre vite contro la precarietà da cui vogliamo uscir fuori.

Stamane il Messaggero racconta di altri Assalti, quelli ai Palazzi abbandonati e in disuso e, per questo, di nuovi indagati. Due errori in un solo titolo: complimenti! Leggendo si parla infatti anche di “palazzine” site a via dei Sabelli 102, dove tutti, dentro e fuori San Lorenzo, sanno che in realtà c’è l’opificio delle Fonderie Bastianelli, lì dove dal 1908 e per molti anni a seguire sono stati realizzati gli elementi di ferro che hanno fatto bella Roma.

Lo sanno tutti, tranne a quanto pare il Messaggero. Lo sa la Sovrintendenza che ha chiesto ragione di una proposta progettuale che voleva disinvoltamente radere quella struttura al suolo per sostituirla con mini appartamenti; lo sa il Comune che, dopo aver avuto delucidazioni su come stanno le cose, ha sospeso il permesso a costruire.

Sovrintendenza e Comune sembrano aver saputo ascoltare i tanti che nel quartiere e fuori hanno saputo respingere i veri “Assalti”: quelli dei soliti energumeni del cemento. Supportati anche dalla petizione firmata da circa 1000 persone promossa dall’Ordine degli Architetti di Roma e due interrogazioni parlamentari.

Tutto questo è avvenuto intorno la Bastianelli che noi chiamiamo Communia, proprio ad indicare che il diritto alla città è un diritto collettivo, che l’abitare non vuol dire solo costruire case da far fruttare, anche lasciandole vuote, come è solito fare il proprietario del Messaggero. Ma significa vivere con dignità e rispetto per i luoghi e le persone che di questo diritto vengono private.

Informiamo quindi Il Messaggero che alla distruzione della Bastianelli si sono opposti Sovrintendenza, Comune, Ordine degli Architetti, cittadini e parlamentari e non una masnada di facinorosi, guidati dai soliti noti.. (che il Messaggero individua in Giorgio, Stefano e Andrea, sbattendoli in prima pagina con tanto di note biografiche inesatte o inventate.

Vogliamo quindi rispondere ai due giornalisti, al giornale e al suo editore (pardon! padrone) come Libera Repubblica di San Lorenzo .

Il quartiere in questi giorni ha costruito intorno a Communia (la Bastianelli) una rete di solidarietà fatta di incontri, corsi di recupero, apertura di servizi gratuiti per i cittadini, posti letto per studenti e precari.

La Libera Repubblica di San Lorenzo che riconosce Giorgio, Stefano e Andrea come propri figli, invita  i cittadini di Roma, le associazioni, le istituzioni a venirci a trovare. In particolare l’assessore Ozzimo, per fargli vedere che spesso non si liberano posti solo per disperazione ma anche per dignità.

Venite a trovarci, noi facinorosi ne approfitteremo per farvi conoscere, con le ragioni del quartiere, perché Roma non deve finire nelle fauci dell’immobiliarismo finanziario.

Non è solo una lotta di resistenza, ma di libertà.

Siamo tutti facinorosi, siamo tutti Andrea, Giorgio, Stefano, siamo tutti San Lorenzo.
 Viva la Libera Repubblica di San Lorenzo!

 

Per ulteriori info sulla Libera Repubblica e i facinorosi che ne fanno parte: http://vimeo.com/68534561

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