Presentazione di “Pazza Idea”

OFFICINE ZERO e NUOVO CINEMA PALAZZO

Presentano il documentario sull’occupazione delle Officine RSI e sulla nascita del progetto OZ                                                                  Documentario realizzato da Gino Clemente, Dominga Colonna e Cristina Sansone.

– ore19:00 aperitivo a sostegno delle Officine Zero;
– ore 20: 30 Proiezione del documentario Pazza Idea

Dopo un anno e mezzo di occupazione, le Officine ex RSI (ex Wagon Lits – via Umberto Partini, Casal Bertone) riaprono con un progetto nuovo e ambizioso. Di fronte al fallimento dell’azienda, un’ampia coalizione sociale di operai, studenti, lavoratori precari e autonomi riapre i cancelli della fabbrica per rigenerarla. Una vita nuova, dove i padroni hanno fallito, sfruttato e speculato.

Inizia un progetto che ha come obiettivi principali:
– il futuro lavorativo dei 33 operai (all’ultimo anno di Cassa Integrazione)
– la salvaguardia produttiva dell’area delle Officine di via Umberto Partini
– la riconversione e rigenerazione delle Officine
– l’organizzazione e lo sviluppo di uno spazio di co-working, mutualismo e autotutela dei lavoratori precari e autonomi.
Le Officine ex RSI (manutenzione dei Treni notte, ex Wagon Lits) sono state occupate il 20 febbraio 2012 dagli operai in Cassa Integrazione con la collaborazione attiva del centro sociale Strike e della rete sociale di Casalbertone. Fin dall’inizio, c’è stato un ampio sostegno di molte realtà sociali e di movimento di Roma.
Dopo un anno e mezzo di occupazione, tra fasi alterne di grande partecipazione e di grande sfiducia, per l’assenza di risposte da parte delle istituzioni, la lotta è arrivata a un punto di svolta. Già nel settembre del 2012, infatti, prende vita il “laboratorio sulla riconversione”, grazie al contributo di architetti, economisti, esperti del settore e attivisti. Per mesi si discute e progetta un’alternativa concreta alla speculazione, per rilanciare e rigenerare la produzione e mettere a frutto i saperi e le competenze degli operai.

Quando il 3 Maggio la Magistratura decreta il fallimento dell’azienda CSF (ex-RSI), il progetto assume un’inattesa accelerazione e viene presentato alla città. Assemblee pubbliche partecipate da centinaia di persone rafforzano e arricchiscono il “laboratorio della riconversione” e nasce la “Pazza idea” delle Officine Zero. Un progetto che prende vita nelle Officine ex-RSI, come parte di un processo di lotta e sostegno alla vertenza operaia. Un progetto alternativo alla speculazione, ma integrativo della manutenzione ferroviaria. Un progetto dove si intrecciano formazione e produzione, autotutela, mutualismo e cooperazione tra lavoratori.
Al “laboratorio della riconversione”, infatti, si affianca un percorso di auto-organizzazione animato, già da diversi mesi, da studenti, lavoratori precari e autonomi (partite Iva, collaboratori, consulenti). L’idea è quella di dare vita ad uno spazio che sia, nello stesso tempo, di co-working e camera del lavoro e del welfare. Un luogo dove produrre comunemente, connettendo saperi e competenze, un dispositivo di servizio e di assistenza che sia stimolo e sostegno per vertenze contro la precarietà, per un welfare universale (reddito di base, formazione, sanità, previdenza), contro la disoccupazione.
Tra il “laboratorio della riconversione” e la ricerca pratica di nuovi strumenti capaci di difendere e organizzare l’inorganizzabile, il lavoro autonomo e precario, nasce un rapporto virtuoso; figure produttive diverse si combinano per resistere alla crisi, per inventare alternative alla catastrofe che ci tocca in sorte.
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1) Le Officine Zero sono Officine del lavoro comune, dove il prodotto principale è l’unione, dove non ci sono padroni o capi reparto, dove si progetta e decide in comune. Uno spazio dove convivano forme di Co-working e di autogestione, di lavoro artigiano e di autoformazione.
2) Le Officine Zero sono Camera del lavoro autonomo e precario, dove precari, lavoratori autonomi, disoccupati possano trovare servizi e spazio per organizzarsi, per unirsi, per fare del mutualismo il collante davanti alla frammentazione e alla solitudine.
3) Le Officine Zero sono Studentato autogestito, in una città in cui i servizi per gli universitari sono ridotti sotto la soglia minima, in cui è diventato impossibile costruire percorsi di autonomia dalla propria famiglia. A fronte di un welfare studentesco inesistente e di un’università pubblica dissanguata dalla crisi, lo studentato autogestito Mushrooms è riappropriazione della possibilità di vivere una vita degna.
4) Le Officine Zero sono Riconversione economica, sociale e ambientale che accoglie la progettualità elaborata e scritta dalla comunità locale e che vuole tenere insieme dignità del lavoro ed equilibrio ambientale. Per restituire alla comunità locale ricchezza sociale e solidarietà.

Le Officine Zero ricominciano e non da Zero!

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