Cosa accade al Teatro Pinelli?

Comunicato dal Teatro Pinelli di Messina:

 

“Se i pezzenti avidi di proprietà si gettano in politica, con l’obiettivo di fare il proprio interesse privato, non sarà affatto possibile avere una città ben amministrata; ci sarà la lotta per il potere, e una guerra civile fratricida li rovinerà con tutto il resto della città”. Platone 

Da tre giorni membri del comitato, occupanti e sostenitori del Teatro in Fiera Pinelli sono convocati in questura per un atto di sanzione amministrativa pecuniaria da 2500 a 10000 euro a causa del blocco stradale dopo lo sgombero del 14 febbraio. Non bastavano le 4 denuncie penali per 10 occupanti?! Ogni giorno aumenta la lista dei sanzionati, sembrerebbe che la DIGOS di Messina non abbia niente di meglio da fare che identificare cittadini dai filmati che documentano l’azione di protesta sulle strisce pedonali. Dopo lo sgombero, infatti, legittimamente centinaia di cittadini sono scesi in piazza a manifestare contro questo estremo atto di repressione nei confronti del teatro in Fiera Pinelli, in difesa dei diritti fondamentali.

Per due mesi migliaia di persone hanno preso parte a questa esperienza, rendendo il teatro in fiera finalmente vivo dopo 20 anni di abbandono e incuria da parte dell’autorità portuale, dopo decenni di disinteresse politico. Artisti, compagnie, associazioni, singoli cittadini, hanno partecipato e sostenuto l’occupazione e il progetto costituente del teatro Pinelli. Il teatro è diventato laboratorio artistico e politico dove elaborare nuovi modelli di gestione nell’ottica dell’autogoverno dei beni comuni* e non delle privatizzazioni e delle speculazioni che mortificano il nostro territorio.

Alla luce di tutto questo, attaccare il teatro Pinelli sminuendo il livello politico a un’azione di “pochi facinorosi” o di un “collettivo di ragazzi” è molto grave. La volontà e chiara: reprimere i cittadini che hanno a cuore il futuro della città, che cercano di invertire la tendenza pluridecennale delle istituzioni ad asservire i luoghi e le bellezze al profitto di pochi soliti noti, praticando, al contrario, azioni di liberazione e restituzione a tutte e tutti. Le denunce e le multe ingenti di questi giorni, brandite, a vuota difesa legalitaria dell’ordine, non sono altro che un paravento dietro cui si cerca di nascondere la troppo ingombrante illegittimità del progetto, chiaramente speculativo, dell’autorità portuale sull’area fiera.  È curioso come ci si sia accorti del valore di quei luoghi solo dopo che un gruppo di libere cittadine e cittadini il 15 dicembre scorso hanno restituito questi luoghi alla citta: forse qualcuno ha avuto paura che da essi non si potessero più trarre profitti?

Più specificamente, l’A.P.  intende predisporre un bando rivolto ad un unico soggetto privato al quale affidare in concessione l’intera area fieristica,  magari tramite i “soliti”project financing (strumenti già utilizzati per favorire poche e potentissime imprese, come nel caso del Ponte sullo Stretto).

Nel progetto per l’affaccio a mare, l’A. P. parla di crocierismo e diportismo, senza alcuna attenzione alla cultura, alle arti, al sociale. Inoltre sono evidenti i conflitti di interesse, che vedono coinvolti  i soliti potentati economici che sono addirittura membri del comitato portuale (come Vincenzo Franza e Ivo Blandina).

In questi 20 anni l’autorità portuale non è stata in grado di proporre alcuna apertura ai cittadini. Più volte sono stati stanziati  fondi per la manutenzione della fiera, più volte sono stati presentati comunicati stampa che davano per certe riqualificazioni e ristrutturazioni, ma era la solita politica degli annunci cui siamo tristemente abituati: roboanti parole fanno da contraltare a fatti inesistenti.

La non-novità di cui gli studi di fattibilità del progetto di riqualificazione fanno prova è, noiosamente, la garanzia del profitto per i soliti avvoltoi:  si fa apertamente riferimento “alla capacità del progetto di generare flussi monetari sufficienti a garantire il rimborso dei finanziamenti oltre ad una adeguata redditività per gli azionisti”. Scendendo ancora più nei dettagli si percepisce subito come la fiera, diventerà, nella visione dell’autorità portuale un luogo per la gente comune, per i messinesi, tutti… Eh già, perché tutti potranno affittare o acquistare i posti barca per maxi yacht, o i biglietti per visitare l’acquario a un prezzo minimo di 10 euro.

Come cittadine e cittadini esigiamo  che l’A.P. utilizzi il suo attivo di 72 milioni di euro in maniera trasparente e nell’esclusivo interesse della città, ovvero decidendone la destinazione attraverso procedure partecipate e inclusive. Infatti, se l’A.P. si trova, in tempi di vacche magre, ad essere un ente ricco è anche perché il Comune di Messina, ha pagato, anche attraverso gli introiti delle tasse, ad esempio dai tributi sui rifiuti e sul servizio idrico, persino l’affitto per la passeggiata a mare, villa Sabin, il tram.

Ogni uso privatistico dell’area fieristica è inaccettabile e continueremo a lottare per restituire il teatro, la fiera e l’affaccio a mare ai suoi legittimi proprietari: questi luoghi sono dei cittadini che se ne prendono cura, non c’è spazio per mafia e speculazione.

Il Teatro Pinelli, in particolare, si può ristrutturare con molto meno dei tre milioni e 600 mila euro stanziati dall’A.P: pretendiamo che quei fondi vengano destinati ad altre aree di una città che marcisce. La nostra colpa è stata denunciare, anche attraverso un progetto, tuttora in fieri, di ristrutturazione partecipata, cui contribuiscono molti professionisti del settore, che un’altra montagna di denari pubblici stava per essere sacrificata sull’altare del profitto dei soliti. Per questo ci hanno sgomberato. Non possiamo permettere che la nostra città sia governata dalla massoneria e da pochi privati che vogliono speculare sulle nostre spalle. L’autorità portuale di Messina ha abbandonato il teatro e l’intera Fiera all’incuria e al degrado, mentre chiedeva canoni concessori esorbitanti ai privati e a soggetti pubblici per l’affitto di padiglioni non a norma. E intanto la città rimaneva derubata del proprio affaccio al mare e di 50 mila metri quadri di demanio marittimo.

Chi dovrebbe essere denunciato e sanzionato: gli occupanti o l’autorità portuale?

L’8, il 10 e 14 continua la programmazione in ZTL (zone temporaneamente liberate) i luoghi verranno comunicati il giorno stesso.

Il 16 marzo saremo in piazza per la manifestazione nazionale contro il Ponte e per la difesa e il futuro dei nostri territori. Il nostro futuro lo decidiamo insieme, non siamo né consumatori lobotomizzati né sudditi: riprendiamoci ciò che è nostro e prendiamocene cura.  La cultura è una cosa seria.

Da ieri è stata inaugurata la campagna “25000 lettere al Prefetto” per contribuire a sostenere gli attivisti contro le sanzioni amministrative e la politica repressiva dei poteri forti di questa città.

Per partecipare è sufficiente scrivere a: prefetto.pref_messina@interno.it, prefetto.prefme@pec.interno.it (o Fax +39 090.366777). Perché le lettere siano pubbliche è necessario mettere in copia l’indirizzo teatropinellioccupato@gmail.com

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