SHOTS: An American Photographer’s Journal, 1967-72. @Angelo Mai

L’Angelo Mai Altrove è stato costretto a sospendere le proprie attività.

Riaprirà straordinariamente solo i giorni della mostra, dal 14 al 18 ottobre.

Il Cinema Palazzo sostiene l’Angelo Mai e parteciperà a questo straordinario evento

 

SHOTS: An American Photographer’s Journal, 1967-72

Per la prima volta in Italia le magnifiche foto di David Fenton. Dal 14 al 18 ottobre all’Angelo Mai Altrove, a partire dalle ore 18 fino a notte, con incontri, soundscapes e interventi di musica live. L’evento rientra nel cartellone degli appuntamenti FotoLeggendo 2012.

La collezione di fotografie di David Fenton rappresenta un documento storico del movimento di controcultura degli anni ‘60 e inizio ‘70 negli Stati Uniti.

David Fenton era allora un giovane fotografo che lavorava per Liberation News Service, un servizio di informazione per giornali e riviste alternative. Aveva solo 15 anni e la sua rara e intima partecipazione al movimento ha fatto della sua collezione un archivio veramente singolare.

Alcune di queste fotografie furono pubblicate in quegli anni su Life, Look, The NY Times e su altre riviste, ma solo nel 2005 quasi tutti gli scatti furono raccolti nel libro “SHOTS: An American Photographer’s Journal, 1967-72” (Insight Editions). Da quel momento il lavoro di Fenton è stato riprodotto ed esibito negli Stati Uniti e in Europa. La sua collezione è oggi rappresentata da Getty Images.
Nella collezione spiccano le foto del Black Panther Party nei suoi primi anni con ritratti intimi di Huey P. Newton, Bobby Seale, Eldridge Cleaver, David Hilliard, Fred Hampton e altri; scatti di manifestazioni, conferenze stampa e riunioni negli uffici dei Panther. La macchina fotografica di Fenton ha immortalato manifestazioni contro la guerra a New York, Washington, Berkeley e Ann Arbor MI; i membri di Chicago 7 e i loro avvocati durante le manifestazioni (immagini conosciute come le uniche in cui siano ritratti tutti insieme dopo essere stati assolti); i Days of Rage protests in Chicago con membri del Weather Underground; politici e altre figure di spicco tra cui il presidente Richard Nixon, William Kunstler, Abbie Hoffman, Dick Gregory, Muhammad Ali, Allen Ginsberg e Jane Fonda; musicisti come i Rolling Stones, Janis Joplin, BB King, Muddy Waters, Howlin’ Wolf, Jeff Beck, Frank Zappa, John Fogarty; leggende del jazz Miles Davis, Pharoah Sanders, Bobby Blue Bland, Archie Shepp e altri ancora. Nella collezione di Fenton si trovano anche immagini di musicisti che suonavano a sostegno delle proteste come John Lennon, Yoko Ono, Jefferson Airplane, Arlo Guthrie, Phil Ochs and Peter Seeger; il Chicano Movement, membri del Young Lords Party e immagini del Liberation News Service.

Questo ricco archivio ci regala, attraverso 57 stampe originali in bianco e nero, uno scorcio di quel periodo storico ma anche l’immagine reale di molti personaggi che lo hanno rappresentato e interpretato diventando icone nella storia, nella musica e nell’immaginario collettivo. Molto presente attraverso concerti, manifestazioni e immagini del pubblico è la musica ma anche la forte attività politica e la componente ideologica di quegli anni. La mostra, che dopo essere stata a New York, Washington DC e Parigi arriva finalmente a Roma, si terrà dal 14 al 18 ottobre presso l’Angelo Mai Altrove (ogni giorno a partire dalle ore 18) e rientrerà negli eventi della rassegna FotoLeggendo.

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SHOTS – David Fenton is in our life
[Beppe Leone]

In anteprima assoluta, arrivano in Italia gli scatti di David Fenton, tra i più grandi testimoni dei movimenti legati alla politica ed alla musica statunitensi degli anni ‘60 del secolo scorso. Cinquanta opere saranno esposte da domenica 14 a giovedì 18 ottobre 2012 a Roma, nello spazio dell’Angelo Mai.

David Fenton fa parte della storia della fotografia. Il motivo é semplice: ha innalzato la documentazione fotografica a forma d’arte attraverso un semplice meccanismo: fermare l’istante, caricarlo in maniera eclatante a livello emotivo per poi consegnarlo allo scorrere del tempo vibrante e dotato di quella freschezza che contraddistingue il marchio del genio. È come quando apriamo il nostro armadio e, sepolta sotto dei maglioni che non usiamo da anni, troviamo una scatola di scarpe piena zeppa di vecchie foto. Aprendola ci ritroviamo immortalati a otto anni davanti ad una torta di compleanno… Riconosciamo perfettamente e lucidamente tutto di quello scatto, come se lo rimirassimo ogni sera prima di addormentarci: la credenza sullo sfondo, i quadri, i colori e la forma dei piatti e dei bicchieri sulla tovaglia buona delle feste, la maglietta che indossiamo, i parenti e gli amici che ci circondano, la candela a forma di numero… Subito si è assaliti da un’inevitabile ondata di nostalgia ma, nello stesso tempo, sentiamo che quell’immagine, con il suo carico di giorni trascorsi, profumi e sentimenti,è ancora dentro di noi e che mantiene intatta l’importanza che ha per la nostra esistenza, quel piccolo tassello dimenticato nel fondo di un armadio. Ecco, per comprendere l’impatto emotivo delle fotografie di Fenton, lasciate intatto il contesto della foto ritrovata, ma davanti alla torta piazzateci Mick Jagger o Janis Joplin durante un concerto, Muhammad Alì che cammina per strada, Yoko Ono e John Lennon, il leader dei Black Panthers, oppure i movimenti di rivolta americani durante un corteo.

Ed, infine, fate l’operazione inversa: mettete voi stessi nei contesti degli scatti esposti! Cantate con la Joplin, alzate il pugno con il guanto di pelle insieme alle Black Panthers, camminate sul marciapiede al fianco di Alì.

Ma la mostra su Fentonè importante anche per un altro motivo. È importante per le figure che l’hanno organizzata e la dinamica che l’ha vista nascere. Questa mostra é stata fortemente voluta da “Camera Oscura”, “Il Collettivo Angelo Mai”, “La Situazione” e la produttrice esecutiva A.Tricarico. Entità romane che hanno deciso di cooperare perché ritengono che il significato profondo e men che meno radical-chic dei termini: “Solidarietà, Arte, Cultura, incontro di esistenze e scambio di esperienze” siano più che mai a rischio d’estinzione.

Nell’epoca dei vari Photoshare, Istagram e Whatsapp, cioé dei mezzi che usano l’altro quasi esclusivamente come mezzo per l’affermazione e la valorizzazione di sé stessi, e non per un confronto reale e costruttivo, trovare delle realtà che, anziché sgomitare per guadagnare spazio a proprio vantaggio, cooperano per far ritrovare ad ognuno di noi la propria scatola di scarpe zeppa di “vecchie foto” in fondo ai nostri armadi é un regalo impagabile!

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