L’amaro ritorno di Jack La Speranza

Il presidente del Comitato Sì al Casino, Jack La Speranza, una volta saputo che attraverso il nostro sito avrebbe avuto la possibilità di mettersi in contatto con il Signor F., una volta riconosciutolo per chi era veramente,  ci ha inviato questa missiva con preghiera di pubblicazione.

Pensavamo fosse ormai sconfitto a medicarsi le ferite in terre lontane, invece eccolo tornare felice di vedere un suo “Vecchio amico” in Tv.  Quel Signor F che fin da subito prese a cuore, insieme ad amici come John Usura, la causa di Jack.

Per il consueto diritto di par condicio e par co l’olio, la redazione tutta ha deciso di darne diffusione in quanto qualsivoglia spirito di censura o controllo non appartiene alla propria cultura. Ad ognuno di voi il compito, se ne avete voglia, di leggere la missiva e di trarne in propria coscienza le naturali conclusioni.

 


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Caro Felice,
finalmente libero e Felice.

Tu che ancora tacitamente rappresenti una porziuncola di Padania. Con la tua faccia d’angelo ma con un diavolo di pene. Pene dell’Inferno. In carne senza osso. Che maniera quel Maniero! Ti ricordi come dicevano un tempo? Veneto ma ladrone. Parassita, sanguisuga dei frutti del sudore della fronte nordestina. Impietoso brigante senza Po che altro non sei e feroce giustiziere una volta sciolto il vincolo di amicizia. Talmente Maniero che dopo fughe, prigioni, evasioni e efferati delitti, lo stato, a nostre spese, ti ha riconosciuto anche il lusso di una magione signorile. Maniero nel tuo maniero che oggi non c’è più. Felice e Libero… sorgi ancora giocondo?

Amaro amico mio, amaro ricordo. Un Brenta menta e un fernet da buttare giù tutto d’un fiato, criminale organizzatissimo, fotticavalli, biscazziere, cercatore d’oro. Un altro Fernet Brenta e la mafia ha cambiato d’accento, per causa tua. Sicule nostalgie senza omissioni in tempi di bagnasciuga rosso sangue da Pontida a Giussano e ritorno. Come era bello descriverti in quelle giornate fatte di momenti decisivi e imprescindibili, l’aggettivo preferito da Dell’Utri, ricordi?

E adesso va a finire che ti trovo anche in televisione. Programma di un canale satellitare in pieno trionfo marzolino. D’altronde se Saviano ha celebrato la Camorra per i loschi tipi della Mondadori che male c’è se Sky celebra le tua faccia da putto sopra le righe e la consegna ai sogni discreti del salotto?Qualcuno dirà guarda hanno fatto un film su papà, qualcun’altra dirà: guarda hanno fatto un film sul capo. E qualcun altro ancora… ma evidentemente tanto schermo porta sfiga se ti arriva addosso quando i giochi sono pressoché fatti e sei ancora vivo e incolume oppure bello che andato e sepolto. 

Quando arriva il piccolo, medio, grande schermo ben giunge il suggerimento scaltro di un amico – dai retta a me – che soffre spesso di dermatiti. Quello di grattarsi le palle.
Felicetto, faccia da fiche, se queste parole ti raggiungono nel freddo del tuo salone con lampadari carichi di cristalli, ogni goccia un ricordo, magari il rimpianto di una fuga non riuscita. Ogni riflesso di quel vetro cesellato un dejavu di violenza consumata da scostumato brigante veneto quale sei… 

Se queste parole ti raggiungono, dunque. sappi che qui nella capitale, città ancora non depennata dalle nauseabonde liste di proscrizione di quel, pupazzetto dalla bocca storta, tanto lontano da te e dal tuo sorriso d’angelo, c’è fermento.
Qui nella capitale potresti per un attimo tornare a respirare.

Perché c’è la crisi e si sa le crisi aiutano a riportare in vita i mostri del passato. Tu nostro mostro privilegiato, lungimirante criminale. Ora c’è il gioco d’azzardo, questo potrebbe essere oggi il tuo oro. Ricordi il tuo oro? Ricordi quando eri Felice? C’è solo una marmaglia di gente che si vuole imporre ad un quartiere, portarci via un a sala da gioco e farci cultura. Felice, un cazzo! C’è poco da essere Felice quando senti questi senzadio parlare della cultura come oro. Sbarazziamoci felicemente e senza fatica di questa cocciuta marmaglia. Fatti vivo! Sfuggiamo gli oscuri sortilegi degli imbalsamatori televisivi, tutti pane e memoria. Felice, tu sei felice? Ho saputo che da qualche tempo prendi qualche medicina. Buttale nel cesso, Felice. Vieni, torna a Roma, Facciamo ancora come un tempo la tangenziale contromano a tutta velocità. Il tempo è propizio. W la crisi!

Felicemente tuo,
JLS pronto a tornare

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