Sto molto bene

Venerdì 8 aprile 2016
Ore 22:00

Arriva sul palco del Nuovo Cinema Palazzo l’eclettica Arianna Dell’Arti, accompagnata dalle incursioni di Cristina Pellegrino e dalla musica di Davide Di Rosolini, per il reading “Sto molto bene“.

Dodici racconti in un mix di filastroccche, poesie e storielle che raccontano l’essere umano nelle sue debolezze e sofferenze.
Il tutto, come sempre, in salsa squisitamente tragicomica.

::: Chi è Arianna Dell’Arti? :::
Mi chiamo Arianna Dell’Arti, sono nata a Roma il 4 aprile 1977, non sono sposata, non ho figli, lavoro nel cinema da 13 anni, una volta, con una mia cosa, sono anche stata in corsa per un Nastro d’Argento (vedi più avanti), quelli di Boris hanno dato il mio nome e i miei tratti caratteriali all’aiuto regista interpretata da Caterina Guzzanti. Studio al Lycée Chateaubriand di Roma fino ai 14 anni, poi per indisciplina sono costretta a cambiare scuola e finisco in un liceo parificato dove, durante la ricreazione, i ragazzi del quinto vendono bombe a mano fatte in casa. Mi appassiono allo studio e raggiungo buoni risultati in poco tempo, specialmente in filosofia, che vagheggio di seguire all’università. Uscita dal liceo inizio casualmente a lavorare in teatro come tecnico delle luci, mi improvviso per aiutare la piccola compagnia di mia sorella (a quell’epoca aspirante attrice). Al tecnico vero sto simpatica, mi insegna il mestiere, poi piano piano mi passa i lavori. Guadagno 30 mila lire al giorno montando riflettori di notte nei piccoli teatri off romani. Il lavoro mi piace, mi piace guardare gli attori quando provano, i registi quando spiegano. Comincio a propormi come aiuto regista/tecnico delle luci e mi iscrivo alla scuola di recitazione “La Scaletta”. Una sera vado al teatro Colosseo e vedo Tutto a posto. Lo spettacolo è straordinario. Voglio lavorare con loro. Loro sono Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre. La piccola compagnia con la quale collaboro (quella in cui recita mia sorella Lucrezia) si sgretola, non si fanno passi avanti, finita la scuola di recitazione parto per Londra con la speranza di imparare. Il mio inglese non è ancora sufficiente per propormi come aiuto regista, lavoro come cameriera, come pizzettaia, come security in un negozio di dischi, e contemporaneamente busso alle porte dei teatri chiedendo di fare qualunque cosa. Mi apre il Garrick Theater e mi dà lavoro come maschera. In scena c’è An Inspector Call di J.B. Priestley, il regista è Stephen Daldry. Guardo, imparo, e mi iscrivo alla London Drama School. Poi mi innamoro. Lui è un ragazzo più grande di me di 15 anni, mio padre, che inizialmente mi appoggia, diventa geloso. Mio padre, Giorgio, giornalista, sta scrivendo la biografia di Bernabei. Bernabei (Lux vide) è il produttore della serie di film tv tratti dalla Bibbia. Per togliermi dalle grinfie dell’uomo più grande di 15 anni mi fa chiamare da Bernabei in persona che mi propone di andare a fare la volontaria di regia in Marocco. Fatico, il mestiere non vuole spiegarmelo nessuno, grazie al francese e all’inglese me la cavo. Alla fine del film mollo il 15anni più grande e me ne torno in Italia. L’aiuto regista italiana del film marocchino mi richiama per un altro film americano che si gira a Roma, e così inizio seriamente a lavorare nel cinema. Da qui in poi faccio di tutto, film italiani, film stranieri, pubblicità. Piano piano salgo di grado, da terza assistente a seconda e poi prima. Lavoro tanto con l’aiuto regista Alessio Maria Federici e diventiamo una bella coppia. Poi una mattina ci chiama Gianluca Arcopinto. Deve produrre l’opera prima di un giovane regista, Luca Vendruscolo. Vuole affiancarlo con un buon team di regia. Ci incontriamo e scopro che il film è scritto insieme a Mattia Torre e che gli attori sono gli stessi di quel bellissimo spettacolo che ho visto anni prima al Teatro Colosseo. Lavoriamo bene insieme, il film non è molto fortunato al botteghino ma loro sono bravi, hanno talento, però lavorano nel cinema e ci perdiamo di vista. Io e Alessio Federici ci dividiamo e così comincio a propormi come aiuto regista. Lavoro molto in pubblicità, faccio qualche film e poi un giorno all’entrata degli studi De Paolis incontro Vendruscolo che tutto entusiasta mi propone di fare la puntata pilota di una serie tv che ha scritto insieme a Torre e Ciarrapico. Poi con imbarazzo mi dice: «C’è un personaggio che è ispirato a te, si chiama come te, sei tu. Oltre a farci da aiuto regista, ti va di fare un provino?». Il provino va bene, Luca è felice. Io però non faccio l’attrice di mestiere e spontaneamente gli dico che se se ne trova un’altra più giusta, magari con un nome importante, io non ho problemi. Due mesi dopo mi telefona dicendomi che ha fatto vedere il mio provino a Caterina Guzzanti, che mi ha imitato molto bene e che è perfetta. E così nasce Boris, con la Guzzanti che interpreta Arianna Dell’Arti e con Arianna Dell’Arti che è la vera aiuto regista. Caterina per preparare il personaggio viene a guardarmi lavorare sul set di Buttafuori e mi studia, modella il personaggio e lo fa suo.
>> Dopo la seconda serie di Boris smetto di fare l’aiuto regista perché voglio passare alla regia e si sa che, se uno fa sempre l’aiuto regista, sempre aiuto regista resterà. Ho un po’ di soldi da parte e posso scrivere, anzi posso imparare a scrivere. Propongo qualche spot a Fox Italia per un nuovo canale che sta lanciando, me li compra, ma non li realizza. Scrivo e giro un piccolo corto per Enel, poi un monologo teatrale che rappresento alla rassegna di Max Bruno. Nel 2009 la casa editrice Editori Riuniti chiama me e altri due autori per fare il documentario sul terremoto dell’Aquila (Sangue e cemento). Il dvd esce prima in allegato ad un saggio di Travaglio, poi al cinema. A fine 2010 siamo candidati ai Nastri d’Argento (che non vinciamo). Dal 2009 ad oggi ho, fra l’altro, scritto la puntata pilota di una serie, ho collaborato come video-editor al sito del Corriere Della Sera sulla storia d’ Italia, insegno alla SAE Institute di Milano, giro per Raicinema i promo dei film in uscita, Collaboro con Prime Italia , un’associazione di volontariato per I rifugati politici per la quale ho scritto e girato 2 spot. Dal 2012 sono in giro con diversi reading “storie di disordinata quotidianità” “Barbar” con pezzi di Ciarrapico, Morici, Ciarrocca, e miei.

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