PD: Paura e Delirio a san lorenzo

Ieri, mentre allestivamo per la seconda giornata del festival 24 Ftogrammi_”Tabù e Follia”, abbiamo assistito ad una di quelle scene che non avremmo voluto vedere nel nostro quartiere. La polizia che marcia in Via dei Volsci prendendo alle spalle un corteo che si era sciolto, fermando e identificando i manifestanti, entrando con i caschi “ben allacciati” e brandendo manganelli nei bar, provando addirittura portare via chi ci lavora solo perché indossa una felpa nera, spaventando, con il solito fare aggressivo e prepotente, le persone che lavorano e che passeggiano tranquille per le strade di San Lorenzo. La polizia che si piazza con i blindati di traverso a bloccare Via dei Volsci, inseguono i manifestanti per la via, creano il caos.

A rimetterci oltre a Maurizio (che sembra sia stato colpito durante il lancio della spazzatura davanti alla sede), persona che apprezziamo e conosciamo e a cui va un sincero abbraccio, è stato soprattutto il quartiere di San Lorenzo che ha subito una ridicola invasione militare.
Il quartiere non è rimasto indifferente e a poco a poco, grazie anche all’arrivo di molti che erano al Campo Artiglio per tifare l’Atletico San Lorenzo e a tanti attivisti “No Tav”, è riuscito a liberarsi di questo assurdo schieramento e a far rilasciare le persone che erano stati prese “a caso” per le strade e circondate, davanti allo Spazio Sociale 32.
Tutto questo per un cassonetto rovesciato e una scritta su una sede storica del Pci che da anni non fa più intervento nel quartiere e che è aperta dagli esponenti del Pd solo in periodo elettorale.

Molti non sapevano neanche ci fosse una sede del PD a San Lorenzo e lo hanno appreso dai giornali. Una sede del PD a San Lorenzo?! Davvero? Esistono ancora?

Si, il PD che tanto si gloria di rincorrere sogni ad alta velocità con cui rimpinzare i soliti noti e devastare un territorio, una valle, non mancando di gridare al terrorista ogni volta che si leva una mano o un braccio per fermare la violenza delle loro ruspe.

Ma torniamo a San Lorenzo dove i treni che ci sono sono vecchi e sfasciati, da dove il venerdì partono flotte di studenti fuori sede in un viaggio della speranza per cercare di raggiungere le loro case al sud, stipati nei vagoni di qualche regionale dal prezzo accessibile, quasi fossero bestiame. Si sa che da Roma in giù si è colpevoli di voler viaggiare, si sa che i treni non ci sono e si sa che la maggior parte degli studenti è costretta a prendere il pullman che parte da una sfavillante stazione Tiburtina, una stazione dove i treni sono pochi e costosi e dove, per inciso, al posto dei locali che dovevano essere destinati al municipio sorgerà l’ennesimo centro commerciale che di certo non gioverà alla già provata economia dei quartieri limitrofi.

Cosa c’entra il PD in tutto ciò? Non ci interessa ripercorrere la gloriosa storia di questo partito e narrare le sue gesta in questo quartiere, forse perché oltre a quelle tese ogni volta a bloccare le iniziative in cui i cittadini fanno da sé per tentare di arginare gli effetti di questi grandi progetti che, si sa, devastano i territori, non ce ne vengono in mente molte altre.

Anzi, a dire il vero ci vengono in mente episodi in cui il PD faceva capolino in qualche iniziativa ben riuscita per piazzare un banchetto, un piccolo striscione plastificato, una parola, in qualche iniziativa che poteva servire loro per racimolare qualche applauso, una iniziativa non loro, si badi bene, (altrimenti non staremmo qui a scervellarci per cercare di ricordare qualcosa fatto dal PD a San Lorenzo). Come quella volta che il PD chiese il permesso di passare in corteo davanti al Cinema Palazzo. Si trattava di un manipolo di facce sconosciute ai più e di un lenzuolo su cui stava scritto qualcosa contro la mafia.

La mafia?! Si quella mafia che si è infiltrata a Roma nonostante un questore che per anni lo ha negato, quella mafia che si è radicata vendendo macchinette mangia-soldi e trasformando la Tiburtina tutta in una immensa Las Vegas dei poveri. Quella che a San Lorenzo voleva un casinò al posto di un Cinema. E dove stava il PD allora? Di questo noi ci ricordiamo bene, stava negli uffici dove si danno i permessi, e poi stava nelle dichiarazioni di chi, ieri come oggi, sventola la parola legalità regalando affari alle mafie. Stava dalla parte della “legalità” degli uffici tecnici e delle loro mazzette, stava dalla parte di progetti che dovevano, come la TAV, rafforzare economie tossiche, obsolete, mortifere.

Questo comunicato non rivendica nessuna azione fatta contro la sede del PD a San Lorenzo. Questo comunicato piuttosto si chiede il motivo della sua esistenza, si chiede come mai, anziché sciorinare dichiarazioni (e ci risiamo, “legalità”) e comunicati di solidarietà, i dirigenti non abbiano pensato bene di chiudere questa sezione molto tempo fa. Ci chiediamo che senso abbia una sezione che per esistere deve mandare in giro per le strade plotoni di celerini per fermare gli studenti che il sabato sera, di nuovo colpevoli, per sfuggire ai loro lussuosi posti letto, grandi quanto una gabbia per galline, si riversano nelle strade del quartiere in cui abitano per essere fermati perquisiti, passati al vaglio di un naso di un pastore tedesco. Che senso abbia una sezione in un quartiere che si riconosce nelle battaglie di una valle e che la difende, perché crede nella difesa della bellezza e della vita, nell’autogoverno come misura per contrastare e arginare i piani grandiosi la cui implementazione da qualche decennio a questa parte viene affidata direttamente alla questura.

Sono scene che ci ricordano vari tipi di fascismo, e non sappiamo più bene quale, se quello delle retate o quello di una presunta legalità di una sinistra che si tiene a galla tra la miseria che produce, per protestare poi e dare del terrorista a chi si difende dalla militarizzazione dei propri territori. Quella di una sinistra che stenta a rimanere in vita e attacca, salvo poi fare capolino al momento della vittoria, sempre con prevedibile ritardo, e pretendere di avere un posto, un luogo, e forse anche in una sede, in un territorio che di battaglie ne ha vinte tante, e continua a vincerne, nonostante, e spesso contro, il PD.

8 comments on “PD: Paura e Delirio a san lorenzo”

  1. carlo Rispondi

    Tutta la mia solidarietà, ma faccio notare ai compagni del 32 che Rino Fabiano invece di sostenere Medici alle ultime elezioni municipali si è candidato con Marino, perciò sapeva bene che a S. Lorenzo c’è un circolo PD, nato nei locali dove c’era una sezione del P.C.I. e ora non deve meravigliarsi se quelli chiamano la polizia, per fortuna il quartiere è ancora capace di mobilitarsi e non si fa certo spaventare dai celerini.

  2. Giorgio Rispondi

    Bello l’articolo, ma ritengo che sia sostenuto da poca oggettività di analisi. Avrei letto molto volentieri non solo una critica sull’opportunità di una tale azione militare ma anche dei motivi che l’hanno determinata. Tutti conosciamo s.lorenzo, è un quartiere dove trascorro le mie serate ormai da 20 anni. Circa una decina di anni fa, così come tu racconti di una efferata azione militare, io mi trovavo nel parchetto quando mi sono visto attorniare dai gruppi pseudopolitici di s.lorenzo alla regolazione dei conti con accette alla mano e senza alcuna pubblica autorità. Da allora cosa è cambiato a San lorenzo? Nulla. Zona franca per il libero spaccio delimitata dai cartelli della ZTL. Ogni angolo presidiato da due o tre spacciatori che ora non si fanno neanche più il problema se formulare o meno la richiesta di acquisto. Si tratta di spacciatori, non italiani (questo poco rilevante), che beneficiano oltretutto di un elevato tasso di testosterone e che hanno spesso seguito e placcato mie care amiche (questo molto importante) mentre tornavano a casa con il sorriso e un pò di alcool addosso.
    La situazione che si è creata è principalmente colpa di tutti noi, compresi alcuni (ma solo alcuni) negozianti, che l’abbiamo permessa senza mai denunciarla. Trovo del tutto irresponsabile attaccare le forze dell’ordine in questo modo perché il messaggio rischia di essere fuorviante se non contestualizzato alla luce dei problemi rilevantissimi che soffre San Lollo.

    Saluti

  3. Rigel6 Rispondi

    ma invece chiedersi il perché a piazzale dei partigiani ci siano i fasci di casaPound a manifestare no è ? ve piace vince facile vè ? me raccomando fatevelo un altro aperitivo sociale

  4. carlo Rispondi

    A Giorgio rispondo che a S. Lorenzo ho visto e subito di tutto, da una bomba carta che mi ha costretto a cambiare la serranda del mio laboratorio a scritte tipo ” Comunista di merda vaffanculo” e simili. Quando tento di discutere con qualcuno di cose serie mi sento spesso rispondere ” Io di politica non mi interesso”. Eppure, nonostante le pattuglie di magrebini che spacciano, quando passo davanti al Palazzo occupato o vado a qualche riunione a Communia sento che c’è ancora qualcosa di quello spirito che respinse i manipoli di Balbo nel 22 e sto più tranquillo che nel quartiere dove vivo, il Trieste Africano, dove leggo scritte inneggianti al fascismo su tutti i muri e a piazza Vescovio c’è un monumento a un tale Francesco Cecchin, giovane fascista morto non si sa come negli anni 80. Quanto a Rigel6 rispondo che mi sono trovato più volte di fronte i sorci di Casapound e le zoccole di FN durante i cortei, ma noi e loro c’era sempre la Celere a proteggerli, è solo per questo che possono manifestare tranquillamente. Quando ci aggredirono quelli del MIS con Almirante in testa nel 69 alla città universitaria gli unici arrestati fummo noi di sinistra, ho imparato la lezione allora.

    • enza Rispondi

      A destra ed a sinistra, quando si vogliono insultare le donne, non manca mai la parola “zoccola”. Che tristezza

      • Stefano Rispondi

        Enza secondo me ti puoi rallegrare perche’ nessuna offesa di genere voleva essere levata: a Roma non si chiama zoccola solo la prostituta ma anche il topo di fogna, la pantegana!! Secondo me Carlo intendeva esclusivamente abbinare sorci e zoccole (cioe’ topi e ratti) agli estremisti di destra.

        • enza Rispondi

          Grazie Sfefano 🙂 Se è così, sono felice di chiedere scusa. La mia origine napoletana forse mi ha tratto in inganno

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