Il terremoto dell’Aquila e la Commissione Grandi Rischi: un’analisi antropologica.
In collaborazione con: DeriveApprodi
Ne discutiamo con:
Antonello Ciccozzi – autore del libro
Sabina Guzzanti – regista del film ‘Draquila’
Roberto De Marco – ex direttore Servizio Sismico Nazionale
Ettore Di Cesare – consigliere comunale di Appello per l’Aquila
Ranieri Salvadorini – giornalista scientifico
Lorenzo Manni – Geologo
Un’occasione per tornare a parlare de L’Aquila e del terremoto che sconvolse l’Abruzzo il 6 aprile 2009, ma anche per ragionare sull’attuale rapporto tra potere politico e produzione scientifica: questo e molto altro è racchiuso nella presentazione del libro ‘Parola di Scienza’ di Antonello Ciccozzi, che faremo l’8 maggio.
I fatti di quell’aprile 2009 sono certamente noti a tutti: un terremoto sconvolse il territorio abruzzese causando centinaia di vittime e lasciando dietro di sé interi territori distrutti e, ad oggi, ancora da ricostruire.
Ma qualcos’altro stava già colpendo l’Aquila nei giorni e nelle settimane precedenti il 6 aprile: la situazione di tensione sismica e sociale, diffusasi già nei tre mesi del crescendo di scosse che precedettero il terremoto delle 3:32, aveva infatti trasformato la città in un laboratorio inconsapevole di un inedito episodio di biopolitica che si è prodotto con la degenerazione della funzione sociale di un’istituzione scientifica.
Una popolazione sfibrata da settimane di scosse, attraverso un’«operazione mediatica» (cit. Guido Bertolaso), viene fatta oggetto di un intervento di ortopedia sociale, con un unico obiettivo: non discutere, valutare, informare, ma «rassicurare» la popolazione persuadendola che non ci sarebbe stato nessun terremoto. Tutto a opera di un think-thank di esperti riunito sotto il nome di «Commissione Grandi Rischi» e spalleggiato da una Protezione Civile «verticalizzata» e amministrata da Guido Bertolaso a partire da una grande disponibilità di fondi statali e da un sorprendente ampliamento delle sue funzioni e competenze originarie.
Il resto è la cronaca di questi ultimi quattro anni. Dal disastro aquilano è nato molto: inchieste sulle tragedie, forme solidali di cooperazione e ricostruzione, mobilitazioni, autorganizzazione dei cittadini, ed è nato anche un processo penale che ha tentato di ristabilire la verità rispetto agli atti e al ruolo di questa Commissione, conclusosi in primo grado con una clamorosa sentenza di condanna, che ha fatto discutere il mondo intero, soprattutto in ambito scientifico e accademico.
Oggi questa storia è pubblicata in un libro, «Parola di scienza» del ricercatore aquilano Antonello Ciccozzi e pubblicato da DeriveApprodi, che raccoglie la perizia antropologica presentata al processo sfociato nella condanna ai membri della Commissione Grandi Rischi. Da antropologo e da cittadino di una città finita al centro di un groviglio di tensioni sociali, politiche, naturali, Ciccozzi passa al vaglio dell’analisi semiotica e sociale non la scienza, ma gli atti di alcuni dei suoi incauti e distratti interpreti, esponendo in modo sistematico quanto avvenne nelle settimane precedenti il terremoto, la comunicazione che si produsse in quei giorni e gli effetti, raccontati nelle molte testimonianze raccolte nel dibattimento processuale, di questo dispositivo nei comportamenti collettivi.
Link alla scheda completa del libro: www.deriveapprodi.org/2013/03/parola-di-scienza/