Mani “Sporche” sulla città

Un’ iniziativa nata in collaborazione con l ‘associazione culturale “La Lotta Continua”,

i compagni e le compagne di Walter Rossi e la Federazione della Sinistra

 Riappropriarsi del valore della memoria declinandola sempre  verso il contemporaneo.

 

Il 21 settembre, alle 17,30, convegno “Mani sporche sulla città”, al Nuovo Cinema Palazzo, con interventi di storici e scrittori sulle attività, gli affari e la propaganda dei fascisti vecchi e nuovi nella nostra città, letture di studenti e dibattito.

Entrando nello specifico dell’incontro, gli invitati a partecipare sono i seguenti:

Guido Caldiron, Davide Conti, Saverio Ferrari, Daniele Nalbone, Francesco Polcaro, Giacomo Russo Spena

coordina l’evento Natalia Marino di Radio Popolare Roma

Abstract discussione

Gli ultimi decenni hanno influito pesantemente sulla preservazione e trasmissione dei valori storici di Libertà e Antifascismo alla base della Costituzione Repubblicana.

Alla radice di tutto, la revisione del rapporto Fascismo-Antifascismo, basata sulla mitigazione del carattere totalitario del Ventennio, delle sue responsabilità nella eliminazione di patrioti, israeliti, minoranze etniche ecc. e della sua partecipazione a fianco dell’invasore tedesco alla lotta antipartigiana; proponendo per l’Antifascismo, inteso come opposizione al regime prima, come lotta partigiana poi, una lettura di parte, reazionaria, tendente ad evidenziare il carattere sovversivo di classe introdotto nella lotta di Liberazione dai resistenti di fede comunista. Si sono voluti così invertire i ruoli nel rapporto Fascismo-Antifascismo, non più inteso come lotta tra Schiavitù (fascismo) e Libertà (antifascismo), ma come lotta tra Difensori della Patria ( Repubblichini) e Agenti di Mosca (Partigiani).

 Conosciamo le responsabilità gravi della sinistra, del PD oggi, dei DS ieri e prima ancora del PCI nel non voler reagire al progetto revisionista ai suoi esordi, temendo la scoperta degli scheletri rimasti nell’armadio del proprio passato cominformista e stalinista, tutto questo ha determinato un vuoto di risposta democratica  del quale se ne apprezzano oggi appieno le conseguenze osservando la significativa espansione quantitativa e qualitativa delle nuove organizzazioni fasciste.

 Colmare il vuoto

E’ quanto con le nostre limitate forze ci siamo proposti di fare, partendo dalla difesa della Memoria e cercando il coinvolgimento di chi nelle scuole e nei quartieri è oggi maggiormente esposto all’opera del revisionismo. I giovani, soprattutto quelli delle borgate e dei quartieri periferici, esposti alle disuguaglianze sociali, alla disoccupazione e al precariato costituiscono nel tessuto sociale forse lo strato ideologicamente più debole.

Colmare il vuoto significa, perciò, mantenere con le nostre iniziative il presidio sulla Memoria, orientando la scelta degli eventi sulla base di una strategia territoriale che si espanda sulla città, accreditandoci come principali interlocutori delle poche forze Antifasciste istituzionali (ANPI) e non istituzionali (Centri di aggregazione giovanile) rimaste.

Da questa riflessione la domanda: cosa significa Fascismo oggi ?

 I tempi dell’antifascismo militante e della messa fuori legge del MSI perché eversore dell’ordine democratico sono oggettivamente lontani. L’appoggio dei governi centrali e locali ha consentito, negli ultimi anni, il consolidamento dei centri sociali di estrema destra, accreditandone l’esistenza e convogliando su di essi risorse economiche che ne hanno consentito l’espansione a livello nazionale.

Si sono create, così, le condizioni per l’affermazione di  una destra “sociale” che detiene l’iniziativa, perseguendo una strategia di occupazione militare del territorio, con l’apertura delle Occupazioni a Scopo Abitativo (Casa Pound) apparentemente legate al sociale, ma che, in realtà, svolgono lo stesso ruolo di avamposto delle vecchie sezioni territoriali del MSI.

Lo stadio. Capitolo a parte il reclutamento tra le comunità dei tifosi, dove l’incomprensione del fenomeno hooligan da parte della sinistra, salvo rare eccezioni, è stata da sempre grave, giungendo a regalare, con provvedimenti  impopolari, larghe fette di consenso “curvarolo” ai già esistenti e strutturati gruppi di ispirazione neofascista.

Non comprendere che le curve degli stadi costituiscono oggi il primo momento di incontro con il neofascismo organizzato per tanti giovani desiderosi di sfogare la propria rabbia contro la società è  imperdonabile; negli scontri con la polizia e con le tifoserie avverse si consolidano quei rapporti gerarchici tipici dello squadrismo.

Si chiamano Fascisti del terzo millennio, ma affondano le radici nel passato, nel nostro passato, con ispiratori e protagonisti più o meno occulti; gli stessi del Terzaposizionismo degli anni ’80-90, (che differenza c’è tra il “né fronte rosso né reazione” di Terza posizione, con “Né rossi né neri ma liberi pensieri” di Blocco Studentesco ? Nessuna.

C’è sempre un Roberto Fiore, ora ispiratore di Forza Nuova con accanto Gabriele Adinolfi, mentore di Casa Pound; gli stessi che attrezzavano depositi di armi per tutta Roma e che reclutavano adepti per il terrorismo diffuso praticato dai NAR e camerati simili.

Quella che è cambiata è la mentalità di questa destra, una volta cosciente della propria marginalità e della sconfitta attribuitagli dalla storia, oggi impudente e impunita nell’apologia del fascismo.

 Con l’attività sul progetto Memoria/Lotta al Revisionismo già stiamo tentando di fornire agli indecisi, per esempio nelle scuole, una chiave di lettura diversa da quanto studiato nei programmi liceali, in questa missione l’attenzione dell’Associazione va riposta nella scelta del giusto linguaggio, capace di entrare negli schemi comunicativi giovanili.

Difesa della Memoria e poi?

Cosa possiamo fare per i giovani che oggi subiscono l’attacco squadrista, spesso scaricati da istituzioni e partiti  perché antagonisti e perciò marginali al sistema ?

Il quadro che offre la realtà oggi è preoccupante, perché la scomunica è a senso unico: televisione, giornali, da destra a sinistra, quando c’è da rappresentare il peggio, danno inevitabilmente la colpa ai Centri Sociali, un po’ come accadeva con gli autonomi alla fine degli anni 70. In questa realtà, il ruolo che la nostra associazione può giocare è forse quello di fungere da ponte tra quel tipo di opposizione e le poche istituzioni residue ancora mobilitate in chiave antifascista.

Essenziale, tra queste ultime, l’ANPI, per il ruolo di denuncia e mobilitazione svolto, non a caso unica associazione politica a vantare negli ultimi anni una continua crescita di iscritti.

Come associazione, possiamo tentare di riempire il vuoto, che, in questo caso, significa difendere chi difende i propri spazi,

1)dando voce e legittimità nei nostri spazi/iniziative/sito ai protagonisti dell’antifascismo di base

2) diventando tessuto connettivo tra ANPI e antagonismo giovanile

3)avviando un processo di  analisi del fenomeno neofascista che ne individui le strategie e consenta una puntuale mobilitazione di prevenzione,denuncia e contrasto.

E’, al contempo, indifferibile continuare a denunciare i legami più o meno oscuri che si intrecciano tra le forze politiche al governo della capitale e protagonisti del terrorismo e delle organizzazioni criminali.

Si va dall’ormai arcinota vicenda di “parentopoli”, che richiama alla mente le vecchie pratiche clientelari della peggiore DC, all’inserimento in ruoli di spicco delle aziende comunali di terroristi dei Nar o Terza Posizione.

Si prosegue con il disinvolto uso del denaro pubblico e dei terreni demaniali a favore dei sedicenti “fascisti del terzo millennio”, noncuranti delle relazioni affiorate tra esponenti di spicco di Casa Pound con elementi di alto livello del narcotraffico internazionale.

L’appoggio a consiglieri regionali calabresi arrestati per associazione mafiosa.

Come non ricordare  i collegamenti con gli accusati del reato di l’associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata nel noto caso Fastweb di riciclaggio di proventi illeciti.

Ultimo (last but not least), il consulente del Campidoglio che è stato membro  prima dei Nar e poi della banda della Magliana.

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