Venerdì 30 ore 21 e 30 “CUORE DEBOLE”

Associazione Culturale DANAD

Diplomati Allievi Accademia Nazionale d’Arte Drammatica
Silvio D’Amico

Nel maggio 2008, durante la seconda edizione del Festival Contaminazioni – Festival autogestito dagli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica – presso il Teatro dell’Orologio va in scena PER RESTARE UN ATTIMO VICINO AL TUO CUORE, uno studio di 30’ su Le Notti Bianche di F. Dostoevsckij. Nel 2010 questo studio diventa spettacolo, NOTTIBIANCHE, e debutta il 26 maggio presso il Teatro Studio Keiròs di Roma. Dopo questa prima esperienza, la direzione del Teatro Keiròs mi chiede di proporre un altro progetto per la stagione successiva. Decido di adattare un altro racconto di Dostoevskij dal titolo Un Cuore Debole. Questo racconto, come Le Notti Bianche, appartiene al periodo giovanile dell’autore, ma non è mai stato adattato per le scene precedentemente. In un primo momento mi sono occupato della struttura drammaturgica cercando di tradurre il racconto di Dostoevskij con impianto drammaturgico di tipo moderno. Ho ridotto l’azione in un unico luogo e a due le dramatis personae. In una fase successiva mi sono occupato dell’aspetto più prettamente linguistico cercando tradurre la pagina letteraria con maggior immediatezza possibile. Si viene creando così una continuità nel segno rispetto al precedente lavoro. La Pietroburgo deserta a causa delle vacanze estive di NOTTIBIANCHE, cede il passo ai festeggiamenti del capodanno Pietroburghese in CUOREDEBOLE. Il mio recente incontro con il Stefano Aloe – traduttore e docente presso il dipartimento di Slavistica dell’Università degli Studi di Verona – e l’interesse, da entrambi condiviso, nella ricerca di un linguaggio che possa restituire oggi, con immediatezza, ciò che è contenuto nelle opere di Dostoevskij, ci ha fatto intravedere la possibilità di una futura collaborazione ad una nuova traduzione / adattamento per il teatro. In questo, sino ad ora, consiste il Progetto_Dostoevskij.  

CUOREDEBOLE è la storia di due amici e colleghi che vivono sotto lo stesso tetto, VASSJA SCIUMKOV ed ARKADI IVANOVIC. La vigilia di capodanno Vassia annuncia all’amico Arkadi “Io prendo moglie”, ma una trama di ostacoli più mentali che reali – non ultimo morboso rapporto di dipendenza con l’amico Arkadi – si frappone fra Vassia e la sua stessa felicità. Non solo il dolore quindi ma la felicità stessa, in determinate condizioni di debolezza, può risultare ingestibile e addirittura insopportabile. È questo l’elemento paradossale che mi ha spinto a riproporre oggi questa storia. Il Cuore debole è quello di Vassia Sciumkòv mentre Arkadi Ivanovic con il suo sguardo quadrato diventa lo straordinario testimone di questa singolare vicenda. Attraverso il suo punto di vista di uomo semplice possiamo sorridere dei contorti percorsi mentali di Vassia ma per arrivare a comprendere qualcosa di estremamente complesso: l’altro, colui che ci sta di fronte; in questo caso specifico è Vassia, un uomo ossessionato da un idea così svalutata di sé da non riuscire a sentirsi degno della sua stessa felicità – nemmeno nel momento in cui essa sta per giungere. Questo tema, carissimo alla psicologia moderna, viene sviluppato magistralmente da Dostoevskij in questo breve racconto breve e si scatena in tutta la sua portata nel momento in cui si traduce in azione drammatica. La Musica e la Scena sono tese a creare un contesto fisico/sonoro di tipo astratto. La vicenda si svolge dentro un quadrato di 2.5 X 2.5 metri dal quale i due personaggi non escono mai. Una figura geometrica semplice e rassicurante, ma che ripetendosi domina i due malcapitati, influenzando la loro quotidianità e condizionando le loro strutture mentali, uno spazio-tempo claustrofobico e acusticamente finto con un un’unica uscita di tipo ascensionale, una scala, che porta non si sa dove, unica via di fuga che consente ai due personaggi di trascendere la tautologia in cui sono inseriti.