IO MIGRANTE: tra visioni e realtà

Quando:
16 Marzo 2017@21:30
2017-03-16T21:30:00+01:00
2017-03-16T21:45:00+01:00
Costo:
Quota di Complicità consigliata: 5€

TRE TITOLI (Italia, 2015, 35′) _ di Nico Angiuli
Il mondo bracciantile di primo Novecento rivive e si intreccia sul corpo della comunità ghanese che lavora nei campi di pomodoro a Tre Titoli, nell’agro di Cerignola (Foggia), una città del Sud Italia che fu avanguardia nazionale per le rivendicazioni sindacali e che diede i natali a Giuseppe Di Vittorio, leader e padre della moderna CGIL post-bellica; una figura tanto importante da essere eletto Presidente Mondiale dei Sindacati nel 1953. Di tale eredità storica e politica oggi sembra non esservi più traccia nel Tavoliere, che è
invece spesso sulle cronache nazionali per vicende di caporalato e sfruttamento migrante.
Il film ha per protagonisti i figli dei contadini che lottarono con Di Vittorio (oggi proprietari terrieri) e i nuovi braccianti locali (oggi africani), nell’intento di cogliere le trasformazioni della classe bracciantile contemporanea e riflettere sui meccanismi di rimozione e di ciclicità di una Storia che puntualmente ripropone nuove vittime e nuovi carnefici.

Il film è dedicato alla memoria di Baldina Di Vittorio

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IN SEARCH FOR NOTHING (Italia, 2016, 37′) _ di Francesco Bartoli
Un film nato da un laboratorio di video arte con migranti minori non accompagnati, un progetto scritto, diretto e prodotto dall’artista visivo Francesco Bartoli.
IL PROGETTO – IN SEARCH FOR NOTHING
Dal 23 al 30 giugno 2016, si è svolto a Ragusa il laboratorio di video arte intitolato In Search For Nothing, nato da un’idea dell’artista visivo Francesco Bartoli.
Durante una settimana Francesco Bartoli è stato ospite del centro di primissima accoglienza ad alta specializzazione per minori stranieri non accompagnati MSNA di Ragusa, per svolgere un laboratorio di video arte con i ragazzi ospiti nella struttura.
Il laboratorio è nato con l’obiettivo di promuovere nuove dinamiche d’interazione tra i migranti minori e la comunità che li ospita. Durante la prima fase introduttiva del laboratorio, sono state condivise con i ragazzi le nozioni essenziali sul funzionamento delle telecamere che sarebbero state usate per il laboratorio e i concetti fondamentali che definiscono la video arte. In seguito, e grazie a un intenso dialogo con i migranti più interessati all’attività proposta, si è
avviato un percorso laboratoriale di cinque giorni composto di diversi esercizi creativi sul disegno, la performance, la scultura e la musica.

Fino a che punto posso appartenere a questo luogo? Sono un partecipante o solo uno spettatore?
Queste sono alcune delle domande alle quali si è cercato di rispondere attraverso narrazioni audiovisive, interviste e performance che si sono svolte tanto all’interno come all’esterno del centro di accoglienza.

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