Infanzia alla Ribalta

Quando:
22 Gennaio 2017@15:00
2017-01-22T15:00:00+01:00
2017-01-22T15:30:00+01:00

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Secondo appuntamento di questa terza stagione di Infanzia alla Ribalta, Ribalta la Città. Dopo il primo incontro svoltosi a dicembre, che partiva dall’esperienza di Radio Freccia Azzurra e indagava nuovi modelli per il superamento del libro di testo, domenica 22 gennaio si riparte con un nuovo appuntamento.

Ore 15:00 – 17:00 Tavola Rotonda “L’intercultura per gli adolescenti oggi” a partire dal libro di Luca Randazzo “Il diario di Sunita”. Partecipano al confronto due coetanee di Sunita.
Il libro “Il diario di Sunita”:
Sunita ha dieci anni. La sua famiglia vive in una baracca in mezzo a una pineta, senza corrente elettrica e servizi igienici. A Sunita questa vita non basta. Lei ha un sogno: finire le elementari e andare alle medie. Così, da sola, si affida a una coppia di “gagè” (gli altri, i non rom). Durante la settimana Luca e Clelia le offrono una casa confortevole e una bicicletta per andare a scuola, nel weekend Sunita torna al campo. Comincia così per la bambina una doppia vita, tra la scuola, le regole della nuova casa, i battibecchi con le piccole Marta e Bianca, le feste al campo e gli scherzi che le giocano i fratelli, forse un po’ gelosi. Sunita questa vita ce la racconta in un diario scanzonato e irriverente, con la sua voce personalissima, facendoci ridere e commuovere, come i migliori personaggi della narrativa per ragazzi. Ma Sunita è anche una bambina vera, così come è vera la storia a cui Luca Randazzo si è ispirato per regalarci questo racconto “di un particolare anno della sua vita, un po’ romanzato ma abbastanza fedele”.

Ore 17:00 – 20:00 Laboratorio “IL NOME. I  primi passi dell’ identità”
A cura della SIF (Scuola Interculturale di Formazione) del Mce.
Secondo me il mio nome è, senza offesa, il più bello di tutti. È un nome indiano, perché i rom sono indiani di tanto tempo fa. Io lo scrivo dappertutto. Su questo diario l’ho già scritto un sacco di volte all’inizio.” (Da “Diario di Sunita. La scuola è una pizza, ma io ci vado lo stesso” di L. Randazzo )
A ciascuno di noi, come primo atto della nostra esistenza in vita, è stato “assegnato” un nome. Per qualcuno, una seconda pelle in cui si sente perfettamente a suo agio, per altri una sorta di abito, che può stare più o meno largo o stretto, che può venire da lontano passando “di mano in mano” attraverso più generazioni, che è stato dato perché di moda, perché esotico, originale, evocativo, o, al contrario, molto comune. Una “parola”, che ci identifica e con cui faremo i conti per tutta la vita.
Nel corso del laboratorio proveremo a indagare con diversi approcci – ludici, narrativi, iconici, … – in modo individuale e circolare, su quanto c’è di noi e della nostra storia nel nome che portiamo e, viceversa, su quanto della storia collettiva e culturale c’è nel nostro nome.

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