Maledetti studenti italiani che la guerra l’avete voluta

Mercoledì 25 maggio 2016

In collaborazione con il Circolo Gianni Bosio e l’Università Popolare “Antonio Gramsci”, presentiamo una serata da trascorrere insieme tra storie e canzoni di chi ha subìto ed è stato costretto a combattere la prima guerra mondiale.

Ore 18.30
Presentazione del libro “E non mai più la guerra. Canti e racconti del 15-18” – di Cesare Bermani.
Ne parliamo con l’autore e con Alessandro Portelli

Ore 21:00
Maledetti studenti italiani che la guerra l’avete voluta
Canzoni e letture contro la guerra a cura del gruppo “L’Albero della libertà”


E Non Mai Più La Guerra

Prendi il fucile e gettalo per terra
Vogliam la pace, vogliam la pace
Vogliam la pace e non mai più la guerra

La distruttività della Grande Guerra è stata superiore a quella di tutte le guerre combattute sino ad oggi.
Ma la prima guerra mondiale è stata anche una straordinaria esperienza di psicologia sociale, d’una grande ricchezza, e i canti ne sono stati la colonna sonora. La convivenza forzata in una guerra di trincea di migliaia e migliaia di uomini di diversa provenienza regionale, di diversa cultura ed estrazione sociale, darà vita a un enorme crogiuolo di culture, divenendo anche un multidirezionale canale di comunicazione di diverse culture popolari compresenti nel paese.
Nelle trincee si composero centinaia di canzoni che raccontavano il dolore della partenza per il fronte e dell’abbandono delle famiglie, le battaglie, la morte, ma anche la fame e il freddo, le malattie e i pidocchi, il desiderio di pace e il ripudio della guerra.
I modelli musicali, ma anche testuali, provenivano da canzoni ufficiali della guerra, canzonette in voga all’epoca e da canti di tradizione orale ancora molto diffusi.


Maledetti studenti italiani che la guerra l’avete voluta

Uno spettacolo-concerto realizzato, in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, a partire dalle storie e dalle canzoni di chi quella guerra l’ha subita ed è stato costretto a combatterla. Il titolo deriva da una canzone molto diffusa nella memoria popolare – e tuttora ricordata e cantata nella tradizione orale – che esprime il risentimento nei confronti dell’interventismo.

Dice la canzone di Gorizia: “voi chiamate il campo d’onore questa terra di là dai confini…” Qualche anno fa, in una registrazione raccolta da Alessandro Portelli, un reduce contadino di Ginestra Sabina cantava: “voi chiamate il campo dolore questa terra di là dai confini…” Quello che i signori e la gente istruita chiamavano onore, i contadini analfabeti – per i quali quel tipo di linguaggio era un lingua straniera ma che su quel “campo” avevano combattuto e sofferto – lo chiamavano dolore.

Questa memoria alternativa, questo scontro fra “onore” e “dolore”, attraversa insieme i canti e i racconti dello spettacolo.

Sara Modigliani – voce
Gabriele Modigliani – chitarra
Stefano Pogelli – mandolino, ghironda, concertina
Gavina Saba – chitarra, ukulele e voce
Livia Tedeschini Lalli – voce
Laura Zanacchi – voce
e la partecipazione del cantastorie Mauro Geraci, voce, chitarra e letture tratte dal libro “Terra matta” di Vincenzo Rabito (Einaudi, 2007)

maledetti studenti

Leave A Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *