4° compleanno dei referendum

4° anniversario della vittoria sull’acqua – La “grande bellezza” di difendere diritti

Il 13 Giugno sarà il “4° compleanno” dell’acqua. Per noi non è una ricorrenza, ma un’occasione per continuare a difendere quella vittoria, ora più che mai sotto attacco.
Per questo scriviamo a tutte e tutti voi, chiamando all’appello quel popolo dell’acqua che, ai referendum di giugno 2011 ha vinto contro le lobbies economiche che da anni si spartiscono il paese, affermando che l’acqua e i servizi essenziali non possono essere messi sul mercato.
In questi anni quelle lobbies si sono riorganizzate e, grazie al Governo Renzi, hanno messo in campo una serie di meccanismi che rimettono l’acqua e i servizi pubblici in mano agli appetiti privati.
Parallelamente si restringono gli spazi di democrazia: quelli istituzionali a colpi di decreti e commissariamenti, quelli popolari con campagne repressive e mediatiche. Si “sgombera” il dissenso, in senso letterale e mediatico, colpendo gli spazi e le realtà sociali che minano “l’ottimismo renziano”.
Di tutto questo vogliamo parlare il 13 giugno, “4° compleanno dei referendum”, in Piazza dei Sanniti, con Oscar Olivera (Cordenadora del agua de Cochabamba) e con tutte le realtà che danno vita alle lotte che attraversano i nostri territori, spesso ultimo baluardo della difesa di quei diritti che le istituzioni cancellano con un colpo di spugna.
Nel Lazio, in particolare, le vittorie sull’acqua rischiano di essere cancellate in pochi mesi. Grazie alla pressione dei comitati nel 2014 è stata approvata una legge regionale (5/2014), unica in Italia, che recepisce i risultati referendari. Una legge che il Governo intende vanificare, e che la giunta regionale sta lasciando languire. Se nel prossimo mese non verranno approvati i nuovi Enti d’ambito, sui quali esiste una proposta dei comitati che la Giunta non vuole discutere, si andrà verso la consegna di tutta l’acqua del Lazio ad Acea, con un’ulteriore perdita di potere del “pubblico” e delle comunità locali.
Vogliamo evitare questo gigantesco passo indietro e vogliamo che emergano chiaramente tutte le responsabilità politiche. Per questo stiamo lanciando la campagna #beccati (vedi qui), sui social e nelle strade, che invitiamo tutt* a diffondere. Per questo stiamo organizzando anche un’assemblea alla Pisana per metà giugno, in concomitanza ad una seduta di Consiglio, alla quale chiamiamo tutt* a partecipare.
Anche a Roma, dopo una campagna elettorale piena di “beni comuni”, la Giunta Capitolina ha venduto le quote di Acea Ato2, non dice una parola sui distacchi idrici, privatizza i servizi e gli spazi della città. Il tutto nascondendosi dietro la “Corte dei Conti”. Vogliamo invece che ogni consigliere venga “stanato” su questi temi, votando la proposta di ripubblicizzazione dell’acqua di Roma, dichiarando così se sta con i cittadini o con Caltagirone. Per questo l’11 giugno alle 18.00 in Piazza del Campidoglio daremo vita ad un Consiglio Comunale Popolare, che denunci l’inadeguatezza del “vero” consiglio comunale.
Con queste iniziative vogliamo fare chiarezza per invertire una narrazione mediatica, che sta facendo passare la vendita dei nostri diritti come una medicina necessaria … e nemmeno tanto amara! Vogliamo invece che l’amaro si senta e si veda, e che la rabbia di alcuni si trasformi nella determinazione di molti, per invertire insieme la rotta.
In questo anniversario della vittoria referendaria vogliamo quindi farci sentire e per farlo abbiamo bisogno di tutte le “gocce” che quattro anni fa hanno reso possibile un successo che è di tutte e tutti noi.
A questo link tutti gli appuntamenti: http://www.acquabenecomune.org/lazio-iniziative

Programma 13 Giugno:

>18.30 Il diritto all’acqua in Italia e nel mondo
Dibattito con: Oscar OLIVERA (Coordenadora del Agua Cochabamba)
Seguiranno interventi su:
Sportelli antidistacco,
Campagna No all’accordo Acea-Mekorot,
Diritto alla città

>20.00 Street food  e Proiezione Video

a seguire concerto di Antonio Maresca

Nato a Napoli nel 1979, si avvicina alla musica nella prima adolescenza, scoprendo la vecchia chitarra del padre. Trasferitosi a Roma, si esibisce da subito con band e giovanissimi artisti locali. Assorbita l’energia della musica degli anni ’60 e ’70, a soli diciannove anni si trasferisce a Londra dove si esibisce come musicista di strada, partecipando anche all’“Edinburgh Fringe Festival”, storico evento scozzese per artisti di strada. Durante una delle tante jam conosce il batterista spagnolo Martí Soler, con cui si cimenta nella composizione di brani originali facenti capolino al mondo sudamericano. Dopo due anni in viaggio per l’Europa, rientra in Italia per approfondire lo studio del jazz, frequentando il corso di diploma in chitarra presso il “Saint Louis College of Music” sotto la guida di Dario La Penna, Eddy Palermo, Toninho Horta. Registra l’album reggae “Love Will Change This World” con il cantautore africano Grivas, pubblicato in Malawi e passato in radio anche in Italia. Si esibisce sul palco del “Jazz a Carbonia-Iglesias” e di Villa Celimontana a Roma. Nel 2010 è finalista all’“European Jazz Contest” a Roma e si trasferisce negli Stati Uniti, dove si esibisce a New York presso i club “The Five Points Variety House”, “The Black Fence”, “The Trash Bar”, a Jersey City, Atlantic City fino a giungere in Canada. Rientrato a Roma, è finalista al “Tour Music Fest”. Nel 2011, frutto dell’elaborazione e della sintesi di idee che aveva maturato durante il suo soggiorno americano, dà il via al suo progetto solista che, con la collaborazione di validissimi elementi della scena musicale romana, è uno scoppiettante collage multistilistico di episodi della sua vita quotidiana, del suo passato e di riflessioni sulla società, squisitamente raccontati in musica. Per Antonio Maresca l’immaginazione è tale proprio perché non ha limiti e che la paura di risultare troppo semplici e banali è uno dei più grandi freni alla propria creatività. Antonio trasporta sulle corde della sua chitarra i pensieri, le immagini e gli avvenimenti che più lo ispirano, fino a ritrovarseli tramutati, improvvisamente, in vere e proprie canzoni. Pensava che il jazz fosse il suo punto di arrivo quando, invece, si rivela solo il punto di partenza, una miscela di interplay e sapienza armonica per il suo cantautorato a cavallo tra la dolcezza della musica leggera italiana, l’energia del rock anni ’70, la saporita pronuncia del funk e l’esoticità della musica latina. Nato e cresciuto in una Napoli genuina e multietnica, ancora pregna dei sentori della dominazione araba, dell’impero spagnolo e dell’influenza dello swing americano del dopoguerra, Antonio Maresca fonde il suo background di ascolti che vanno dalla canzone di Renato Carosone, Edoardo Bennato, Pino Daniele e Napoli Centrale al rock-blues di Jimi Hendrix, dal britpop dei Beatles alla psichedelica dei Pink Floyd, dal folk di Janis Joplin al rock dei Led Zeppelin, dal jazz di Jim Hall e Wes Montgomery al funk di Herbie Hancock, dando origine a un progetto originale di facile ascolto ma al tempo stesso elaborato, un cantautorato che piace tanto agli amanti del pop quanto ai musicisti più esigenti.

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