Cinema in Bicicletta

Una serata dedicata alla bicicletta e ai suoi appassionati, ma anche agli amanti del teatro e delle storie ben raccontate.

Venerdì 24 genaio:

_Storie di Bici_

Modi diversi di raccontare la bicicletta. Prologo dello spettacolo Elogio dell’Ascensore con Andrea Satta dei Tetes de Bois, Rota Fixa, Natalino Russo e Bicisnob.
La bici è molto trendy, fa molto cool, è innegabilmente fashion, è l’abito del dandy, è ecologica ed economica, è una quotidiana manifestazione urbana di protesta, uno slogan anticapitalista, un motus symbol, una critical mass, il tratto distintivo dello snob e della sciura, la recente e immacolata icona dei pubblicitari, il simpatico gadget per l’assiduo cliente, la strenna di una raccolta punti, l’attrezzo dello sportivo, il Giro d’Italia, il trattamento dimagrante, l’antitrombotico naturale, il giocattolo del bambino, la compagna di passeggiate, persino un’idea filosofica, un mantra, il paradigma della lentezza o della velocità umana e non motorizzata, il tramite per riscoprire il proprio territorio, il proprio corpo, il proprio io…

Ci sono molti modi di raccontare una bici. Andrea Satta, Natalino Russo, Bicisnob e Rota Fixa ci raccontano la loro bicicletta.

_Elogio Dell’Ascensore_

L’ascensore è un mezzo di trasporto sincero, ma sottovalutato: non si spaccia per quello che non è, non promette di andare da 0 a 100 in 4 secondi netti, non invade le corsie preferenziali, non parcheggia in doppia fila, trasporta tutti alla stessa velocità indipendentemente da chi sale a bordo. E’ il mezzo di trasporto più democratico che ci sia e anche una metafora della mobilità contemporanea: se riuscissimo a ricondurre la mobilità alla sua vera essenza, che è quella di spostare persone da una parte all’altra, e iniziassimo a ragionare in termini di ‘movimento in ascensore’ riusciremmo ad avere una mobilità nuova più attenta alle esigenze della popolazione con meno auto e più persone che si spostano a piedi e in bicicletta“. Alberto Fiorillo

Elogio dell’ascensore, commedia ‘socialsurrealista’ ispirata a “No bici” di Alberto Firillo e diretta da Jacopo Neri.

Un manutentore ideale tesse la propria invettiva contro una società che ha perduto “il corretto approccio alla mobilità”: una società che si è dimenticata dell’ascensore. Il veicolo più onesto e sincero di tutti, l’unico che, con somma modestia, non ha mai promesso altro rispetto alla familiare ninnananna del suo su e giù… il veicolo che esiste per rispettare le regole, ed indipendentemente da chi sale a bordo.

Ad intervellare il monologo, quattro scene sull’isteria ed i paradossi cui induce la claustrofobia umana che l’ascensore rappresenta.
Un amministratore di condominio maniaco della fisica, un peculiare incrocio di telefonate, un rapimento privo di rapitore, le iperboli di una coppia altroborghese… Tutto ai piedi o all’interno dell’Ascensore, ignorato catalizzatore di emotività, follia, e, soprattutto, imprevisti.

 

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