I Lunedi Del Palazzo: 10 Ottobre Patrizia Olgiati in “Canto a me stessa” + Ryleh

Ma siete proprio sicuri che non avete voglia di iniziare la settimana con uno spettacolo teatrale, una proiezione o un concerto?

Iniziano i Lunedi del Cinema Palazzo. Di solito è il giorno di chiusura dei teatri noi invece intendiamo tenere aperto il nostro “Luogo del Possibile”


Si Inizia con:

Patrizia Olgiati in “Canto a me Stessa”

+ direttamente dal Teatro Valle Occupato:
i RLYEH che musicheranno dal vivo i film di Buster Keaton

Canto a me stessa è un inno alla rivolta personale. E’ il racconto tragicomico di una donna che a un certo punto decide di cambiare la propria vita. Il tutto si svolge in una notte rocambolesca, ma il monologo parte dalla fine, cioè dal mattino seguente. La protagonista è una che si fa chiamare Nicholas Cage. Il luogo è una città, anzi, oserei dire una metropoli. Poi ci sono un ispettore di polizia soprannominato Derrick, fiorai, prostitute, buttafuori, tranvieri … occasionali compagni di viaggio ribattezzati dalla nostra Nicholas con nomi hollywoodiani che sfavillano nella penombra di giostre abbandonate, cimiteri, piazze deserte. E infine c’è un manuale, un manuale su come vivere da rocker da qui all’eternità. A questo punto sembra un giallo, ma non lo è …
Come dice Renata Ciaravino, l’autrice, Canto a me stessa “E’ l’urlo stonato di tutti quelli che sull’orlo del precipizio cominciano a barcollare e conoscono degli anticipi di follia, ma una follia comune, condivisa da tutti noi”.
Ed è proprio lì, su quel limite, dove “non avevo più niente da perdere”, che si individuano gli orizzonti e si approda a “ho fatto quello che prima non sarei mai riuscita a fare …” . ccasionali compagni di viaggio, che la nostra Nihcolas ribattezza con nomi hollywoodiani, sfavillano nella penombra di giostre abbandonate, cimiteri, piazze deserte. E infine c’è un manuale, un manuale su come vivere da rocker da qui all’eternità…a questo punto sembra un giallo, ma non lo è…
Canto a me stessa è un inno alla rivolta personale, è l’urlo stonato di tutti quelli che sull’orlo del precipizio cominciano a barcollare e conoscono degli anticipi di follia, ma una follia comune, condivisa da tutti noi.
Ed è proprio lì, su quel limite, dove “non avevo più niente da perdere”, che si individuano gli orizzonti, che “ho fatto quello che prima non ero mai riuscita a fare…”. E’ per questo che l’ho scelto e lo dedico a me stessa e a tutti quei funamboli che oscillano nei cieli.

Quando i carpentieri in legno iniziano a costruire un ponte, quando i maghi
esibiscono una cordicella sul palco, quando i bambini giocano a tiro alla
fune e quando i funamboli clandestini installano un cavo, c’è sempre un
momento in cui il filo penzola liberamente tra due punti, e sorride”

(Philippe Petit ” Trattato di funambolismo”).E’ per questo che l’ho scelto e lo dedico a me stessa e a tutti quei funamboli bellissimi che oscillano nei cieli della notte.

“Quando i carpentieri in legno iniziano a costruire un ponte, quando i maghi esibiscono una cordicella sul palco, quando i bambini giocano a tiro alla fune e quando i funamboli clandestini installano un cavo, c’è sempre un momento in cui il filo penzola liberamente fra due punti, e sorride”.

Dal Trattato di funambolismo di Philippe Petit
ccasionali compagni di viaggio, che la nostra Nihcolas ribattezza con nomi hollywoodiani, sfavillano nella penombra di giostre abbandonate, cimiteri, piazze deserte. E infine c’è un manuale, un manuale su come vivere da rocker da qui all’eternità…a questo punto sembra un giallo, ma non lo è…

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